CREATIVITÀ E DATI: PERCHÉ CONTANO.

Per anni il mobile first è stato il concetto portante di cui tutti parlavano, ma ora lo slogan più giusto sembra essere ‘mobile solo‘: due terzi dei consumatori passano la maggior parte del loro tempo su dispositivi mobili.
C’è da considerare la relazione molto personale, quasi intima, che le persone hanno con i propri smartphone, viste tutte le informazioni contenute al loro interno.

Di seguito, cinque considerazioni sui risvolti positivi di una fusione tra creatività e dati in un mondo di smartphone.

#1 SVILUPPARE IDEE CHE POSSANO CONTINUAMENTE EVOLVERSI

Le persone passano dalla conoscenza di un prodotto al suo acquisto in un tap sui loro smartphone o con un comando all’assistente vocale: questo significa che qualsiasi idea implementata ai fini di un acquisto deve essere versatile e multipiattaforma, per viaggiare alla stessa velocità dei consumatori.

Per coinvolgerli in modo sempre più efficace, le aziende hanno bisogno di fare leva su dati riguardanti il comportamento che gli utenti adottano dalla prima all’ultima fase di acquisto (e anche oltre).

#2 CONCENTRARSI SUI MOMENTI DECISIVI

Le persone tendono ad essere più guidati dai bisogni del momento piuttosto che da uno specifico brand.
Secondo una ricerca condotta da Google, il 65% degli utenti che usano gli smartphone affermano che quando stanno cercando qualcosa si concentrano sulle informazioni che ritengono più rilevanti, trascurando quelle fornite dall’azienda.

Quando ci si approccia a un progetto creativo, è necessario fin dall’inizio che siano coinvolti due fattori fondamentali: gli eventi che interessano la vita dei consumatori e i dati che le aziende acquisiscono in base ai loro comportamenti in quei frangenti. Solo in questo modo un progetto risulterà più o meno memorabile nella mente del consumatore.

#3 CREARE IDEE CHE POSSANO DIFFONDERSI IN MODO ORGANICO

Oggi non possiamo chiedere attenzione, abbiamo bisogno di guadagnarla. Nessuno vuole essere interrotto dalla pubblicità, e nemmeno ha voglia di comprare oggetti di cui non sente la necessità. C’è da considerare che nella loro ‘battaglia agli spot‘, gli utenti sono facilitati dalla tecnologia – con il supporto degli ad blocker – , o dalle stesse aziende, che propongono delle opzioni premium che permettono di evitare la pubblicità.

La maggior parte delle persone non crede ai messaggi pubblicitari: credono di più a un tipo di comunicazione su uno stesso livello – quello con un altro consumatore- : questo significa che è necessario creare qualcosa che valga la pena essere condiviso, e ciò è possibile solo tramite una sapiente fusione tra creatività e dati.

#4 CONCILIARE CREATIVITÀ E MEDIA

Costruire il proprio brand sui social richiede che ci sia il coinvolgimento del proprio target nel modo giusto e nel momento giusto: per ottenere ciò, bisogna veicolare fin dal principio messaggi quanto più possibile allineati con i valori e la mission del brand.

In questo modo diventerà sempre più probabile che i consumatori siano portati a rispondere a una call-to-action. La sempre più scarsa attenzione degli utenti rende ovviamente questo tipo di approccio sempre più difficoltoso, ma non impossibile.

#5 CERCARE DI COMPRIMERE LE FASI DI ACQUISTO

Nuovi format creativi sulle piattaforme social, come il carousel e il canvas, permettono ai consumatori di muoversi dalla conoscenza all’acquisto in un unico swipe.

I brand non hanno più bisogno di dettare la cadenza di engagement per il loro audience. Possono creare esperienze mobile-friendly che possano combinare video, foto, GIF, call-to-action per permettere alle persone di cliccare, scrollare, fare swipe, e scorrere le piattaforme social, per creare l’engagement necessario nel modo in cui i brand vogliono.

Per esempio, usando il canvas, Mr Porter, un brand di abbigliamento maschile, ha dato ai suoi fan delle anticipazioni sulla loro collezione sportiva: nella pubblicità, gli utenti potevano scorrere tra le categorie di prodotto e cliccare sul sito dell’azienda per scoprire di più sul capo che avevano intenzione di comprare.

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